
Prevenire la rottura del cambio automatico è essenziale per garantire un’esperienza di guida sicura e ottimale. Il problema non è raro e le riparazioni sono – quasi sempre – costosissime.
Come spesso succede, il manifestarsi di un guasto alla trasmissione automatica è il risultato della combinazione di più fattori. In questo post faremo una rassegna dei motivi per i quali i cambi automatici si rompono, escludendo difetti di progettazione o realizzazione dei pezzi.
Indice degli argomenti trattati
- Punto di funzionamento ideale e reale
- La scelta del cambio automatico
- Rottura del cambio automatico e guida fuoristrada
- Il problema del cambio sempre freddo
- La manutenzione del cambio auto manuale
- Piccoli guasti e rottura del cambio automatico
- Rottura del cambio automatico e gancio di traino
- Manovre sbagliate e rottura del cambio automatico
- Consigli per evitare guasti al cambio automatico
- Garanzia e rottura del cambio automatico
Punto di funzionamento ideale e reale
I sistemi complessi come il motore a combustione interna e il cambio automatico hanno un punto di funzionamento ideale. Rappresenta l’insieme ottimale di intervalli di parametri come temperatura, velocità, carico e altri fattori che massimizzano l’efficienza e le prestazioni.
Un corretto dimensionamento dell’accoppiata motore-cambio in sede di progettazione fa sì che i punti di funzionamento ideali vengano raggiunti sotto le stesse condizioni di carico.
Nella realtà, questi punti di funzionamento ideali non vengono quasi mai raggiunti. Basti pensare alle incessanti accelerazioni e decelerazioni che vengono richieste al veicolo, ai cicli di raffreddamento e di riscaldamento dei vari componenti, alla varietà dei percorsi stradali.
L’insieme e il variare di tutte queste circostanze determina scostamenti continui dai punti di funzionamento ideali. Più è ampio lo scarto e il tempo di permanenza tra il punto di funzionamento ideale e uno qualsiasi reale, meno longevi sono questi sistemi complessi.
La scelta del cambio automatico
Come per i motori a combustione interna, la scelta della tipologia di cambio automatico dovrebbe essere fatta in basa al tipo di strada. Ma il problema non se lo pone nessuno. Né gli acquirenti, né i venditori. Di solito viene fatta una scelta tra motore a gasolio o benzina in base a quanti chilometri si prevede di fare e tralasciando di chiedersi come verranno fatti.
Per un tassista, acquistare una vettura a gasolio potrebbe sembrare una scelta ragionevole e invece è un suicidio, considerando che i percorsi saranno essenzialmente cittadini e gli euro 6 e successivi hanno i loro problemi. Lo abbiamo visto con i problemi del fap dpf.
Nessuno si chiede se il tipo di cambio automatico che si sta per acquistare vada d’accordo con l’uso in città. Ad esempio, una trasmissione automatica con tecnologia CVT non si sposa bene con l’uso in città dove ci sono da fare continui stop & go. Alcuni moderni cambi CVT sono senza convertitore di coppia, il componente che assorbe le differenze di velocità tra albero motore e albero primario del cambio. Ne soffrono fortemente le frizioni preposte alla partenza da fermo.
La partenza da fermo è una situazione in cui i parametri di funzionamento ideali di un cambio CVT sono molto più lontani di quanto non lo siano quelli di un automatico tradizionale.
Rottura del cambio automatico e guida fuoristrada
Il cambio automatico, inoltre, non va per nulla d’accordo con la guida fuoristrada, soprattutto nelle condizioni estreme di impantanamento, salite ripidissime, manovre sottosterzo.
In questi casi meglio avere un cambio manuale, almeno dovrete sostituire solo la frizione e, al limite, nei casi peggiori, il differenziale. Nel caso aveste il cambio automatico evitate di esagerare e di insistere troppo dove la vettura non riesce subito, potrebbe costarvi molto caro.
Il problema del cambio sempre freddo
Le trasmissioni automatiche soffrono gli spostamenti brevi, in cui l’olio del cambio non raggiunge mai la temperatura di funzionamento ideale (che è intorno agli 80°C).
Questo indipendentemente dal tipo di cambio automatico che stiamo analizzando. Che sia CVT o con convertitore, con ruotismi epiclicloidali o con tecnologia tipo DSG.
I componenti del cambio automatico, le tarature e gli autoapprendimenti che l’elettronica compie durante il funzionamento, sono pensati per lavorare bene a certe temperature.
Se non vengono quasi mai raggiunte, soprattutto nei veicoli a gasolio (più efficienti termicamente), il sistema rincorre, ma molto da lontano, i punti di funzionamento ideali.
La manutenzione del cambio auto manuale
Uno dei fattori che può causare problemi al cambio automatico è la mancanza di manutenzione. È essenziale effettuare i controlli per garantire il funzionamento del cambio.
Ricordiamo che la manutenzione ha senso farla in via preventiva, per evitare che il cambio automatico abbia problemi importanti. Intervenire quando i problemi ci sono non è utile.
Per quanto la manutenzione di un cambio automatico sia limitata (controllo delle perdite e alla sostituzione dell’olio e, ove possibile, dell’elemento di filtraggio dello stesso), spesso non è prevista dai piani di manutenzione. O ha scadenze lunghe (tipo ogni 60.000 km). Per cui già all’arrivo del primo intervento molti veicoli con il cambio automatico sono già sotto stress.
Piccoli guasti e rottura del cambio automatico
Piccoli guasti, che permettono la marcia del veicolo, possano portare a un funzionamento del cambio automatico lontano dalle sue condizioni ideali. Facciamo qualche esempio.
I problemi con la batteria
Una batteria scarica può avere un impatto negativo sul cambio automatico. Errori o sbalzi di tensione vanno a impattare su settaggi e controlli elettronici di cui sono zeppi i cambi automatici. Stesso effetto si ha in occasione della sostituzione della batteria.
I problemi al motore
Una cattiva resa del motore, magari per un guasto al sistema antinquinamento (valvola egr, debimetro, ecc.) o per una non perfetta efficienza del sistema di iniezione, stravolge i parametri di funzionamento del cambio automatico che si allontanano dai valori ideali.
Perché non collidono le quantità di di coppia e di potenza che eroga il motore con quelle che sono le richieste fatte al cambio automatico sulla base della interpretazione delle volontà del conducente (posizione del pedale dell’acceleratore, velocità di rotazione del motore, velocità).
Le centraline motore rimappate
Riguarda chi elabora le centraline motore per avere più cavalli per poi spremerli tutti. Non solo compromettono la affidabilità del motore, ma anche quella del cambio automatico soprattutto per questioni legate alle temperature di esercizio dell’olio nonché alla durata delle frizioni.
La mappatura della centralina della casa madre ha, in particolari condizioni di traffico e di temperatura dell’olio del cambio, dei limitatori di coppia del motore alle ripartenze. Proprio per non surriscaldare eccessivamente l’olio e, avere una centralina rimappata e una vettura più reattiva alla partenza, significa surriscaldare l’olio (anche localmente) alle basse velocità.
L’olio del cambio automatico contaminato
Un altro esempio di guasto potrebbe essere la microscopica lesione della serpentina di raffreddamento dell’olio del cambio che, quando non ha uno scambiatore dedicato, è integrata nel radiatore di raffreddamento del motore ed è a contatto con il liquido refrigerante.
La lesione, per quanto piccola, permette solitamente l’ingresso del liquido refrigerante, che tra i due liquidi è quello che ha una pressione maggiore, nell’olio del cambio.
La vettura continua a funzionare e nessuno si accorge di nulla (se non della necessità di un rabbocco del liquido refrigerante motore) fino a quando, a lungo andare, la alterata viscosità dell’olio compromette il corretto funzionamento del convertitore e delle frizioni.
È utile effettuare un test chimico per verificare la presenza di acqua o altri contaminanti nell’olio del cambio. In questi casi un campione di olio viene prelevato dal cambio automatico e viene testata la presenza del glicole, il componente usato nel liquido refrigerante.
Il guasto al sistema di raffreddamento dell’olio
L’olio del cambio deve essere raffreddato adeguatamente. Con l’innalzarsi delle temperature abbassa la sua viscosità e crea problemi a frizioni e parti in gomma. Quindi il sistema di raffreddamento deve essere efficiente (tubazioni senza strozzature, scambiatori non ostruiti).
Sono guasti rari, i veicoli sono dotati di sensori che segnalano il surriscaldamento (solo alcuni hanno l’indicatore con cui si può anticipare il surriscaldamento con lo stile di guida).
Rottura del cambio automatico e gancio di traino
Attenzione al traino carichi, i cambi automatici sono proporzionati al peso della sola autovettura e bisogna tenere conto che tanta strada con carichi pesanti incide su frizioni e olio, sia nelle partenze da fermo, magari in salita, che in tutte le cambiate di marcia che fai.
Per questi motivi, ad esclusione dei cambi CVT, è consigliabile non affidare i cambi di marcia alla decisione della centralina. Ma scegliere di guidare il veicolo con il sequenziale in modo da lasciare al conducente decidere il momento della cambiata. Cosa deve fare il conducente?
Evitare i cambi di marcia cercando di utilizzare il range di giri del motore. La centralina cambierebbe le marce troppo spesso, cerca di far funzionare il motore ai bassi regimi.
Se si vuole evitare la noia del funzionamento in sequenziale si può anche settare, dove possibile, la guida sportiva (che sfrutta un più ampio range di giri del motore e abbassa, così, il numero di cambiate). In ogni caso, nelle fasi di accelerazione, bisogna evitare di tenere il pedale giù tutto il tempo dando tempo al motore di salire di giri con gradualità.
Manovre sbagliate e rottura del cambio automatico
È improbabile che un utilizzatore, per quanto non sappia come si usa un cambio automatico, sia in grado di romperlo con manovre e procedure sbagliate. Le cose da fare sono poche.
L’unica raccomandazione è quella di spostare il selettore del cambio tra le posizioni D, P e R solo quando, piede sul freno, il veicolo è completamente fermo. Tutti i componenti interni al cambio automatico sono progettati per durare l’intera vita dell’automobile.
Far soffrire le frizioni significa rilasciare nell’olio grandi quantità di smeriglio metallico, che non è certo un toccasana per le parti elettromeccaniche. Per questo motivo, per taluni tipi di utilizzo del veicolo è consigliabile accorciare l’intervallo di sostituzione dell’olio.
Consigli per evitare guasti al cambio automatico
A prescindere dai guasti dovuti a difetti per una errata progettazione o realizzazione di singoli particolari, per evitare il più possibile rotture al cambio automatico suggeriamo di:
- Scegliere un cambio automatico adeguato all’uso che si prevede di fare del veicolo.
- Intervenire alla più piccola avvisaglia di guasto, anche con una spia gialla del motore.
- Fare una manutenzione di cambio e motore, affidando la vettura a officine qualificate.
- Evitare di elaborare il propulsore e sforzi prolungati in situazioni estreme di fuoristrada.
Nei casi di uso intensivo (ad esempio traino di masse notevoli) è utile accorciare gli intervalli di manutenzione rispetto alle prescrizioni del costruttore e prediligere la guida con modalità sequenziale. Cercando di cambiare il meno possibile, adottando uno stile di guida sereno.
Da leggere: quando cambiare la frizione auto?
Garanzia e rottura del cambio automatico
Molte forme di garanzia escludono alcune delle circostanze prese in esame. È chiaro che, a fronte delle varie forme di garanzia del venditore, è richiesto al proprietario il ricovero del veicolo alle prime avvisaglie di guasto e la manutenzione nel rispetto delle indicazioni.
Nel caso della garanzia convenzionale, tali richieste sono esplicitate nei termini. Per la garanzia legale sono implicite e più difficili da far valere in caso di giudizio. Non sono aspetti che l’acquirente deve sottovalutare: in sede di gestione della pratica di guasto vengono sistematicamente alla luce. Buona parte dei guasti riguarda le frizioni, componenti esclusi dalla garanzia convenzionale e legale del venditore. L’elaborazione del motore è:
- Per la garanzia convenzionale un’alterazione delle condizioni di rischio e alcune condizioni potrebbero prevedere il decadimento della garanzia nel suo complesso.
- Per la garanzia legale, un’alterazione della cosa: il venditore ha consegnato una vettura diversa da quella guasta (ci deve essere una correlazione tra guasto ed elaborazione).
Tutto questo riguarda anche la tua esperienza con il cambio automatico? Noti differenze con il cambio manuale? Raccontaci qui la tua sulla rottura del cambio automatico.